14 dic 2014

Caro Amico ti scrivo



Per molti genitori italiani, cominciare con i propri figli il percorso della scuola elementare comporta un déjà vu pieno di nostalgia: la lavagna nera girevole sui supporti di ferro verde incorniciata di legno, i gessetti, l'alfabetiere appeso al muro, i primi quaderni pieni di lettere (più o meno riuscite) in corsivo maiuscolo, corsivo minuscolo, stampatello maiuscolo e stampatello minuscolo.
Se tornare alle sensazioni familiari di un'infanzia ormai lontana di qualche decennio fa piacere e rassicura - infondo, le cose non sono poi cambiate così tanto e, allora, ci sentiamo più tranquilli di poterle gestire - spiazza un poco leggere che la Finlandia ha deciso, dal 2016, di abolire l'insegnamento della scrittura in corsivo alla scuola primaria in favore dei tablet.
Nonostante si tratti di uno dei Paesi ai vertici della classifica PISA, questa decisione ha accesso un grande dibattito internazionale sui pro e contro.
In Italia, ampio rilievo alla questione l'ha data in particolare La Repubblica che ha dato spazio alla voce di molti esperti tra cui il maestro Franco Lorenzoni (secondo il quale "il corsivo sviluppa uno straordinario legame tra il pensiero e la mano") e il professor Benedetto Vertecchi che ha coinvolto 400 bambini delle scuole di Roma in un progetto di ri-alfabetizzazione proprio attraverso la grafia.
La questione è senz'altro complicata e si basa su delicati equilibri e compensazioni tra discipline e attività diverse in diversi sistemi scolastici. Difficile avere certezza di quale sia il percorso più corretto da seguire e capire se tablet e penna siano davvero strumenti alternativi e non, piuttosto, complementari. L'introduzione della tecnologia nelle aule, anche dei più piccoli, sembra però inevitabile e va condotta con grande attenzione e competenza.


5 dic 2014

ZeroSei


E' sempre più evidente ormai come i bambini siano oggi al centro di numerosi percorsi di riflessione sui temi della cittadinanza attiva, dello sviluppo economico, sociale e culturale. Nel nostro Paese ma non solo. Ce ne siamo occupati più volte in questo blog, soprattutto guardando alle politiche di accesso alla cultura.
Percorsi di riflessione - la cui esistenza è già un buon segno - cui purtroppo non sempre segue un'operatività sul territorio e molta è ancora la strada da fare per dare il giusto spazio ai diritti e alle necessità di questa importante parte della popolazione.
Proprio per questo è particolarmente interessante il programma che Compagnia di San Paolo ha avviato da inizio 2014 a favore dei cittadini più piccoli: si tratta del Programma ZeroSei, nato con l'obiettivo di costruire un quadro di interventi coordinato per promuovere il benessere e lo sviluppo armonico dei bambini torinesi e piemontesi nella fascia 0-6 anni ossia negli anni centrali per lo sviluppo cognitivo, psichico, fisico, linguistico e sociale delle persone.
Il programma si articola in numerose azioni - da Spazio ZeroSei, luogo dedicato alla sperimentazione, alla creatività e alla socializzazione dei più piccoli, al Transatlantic Forum On Inclusive Early Years - e progetti sostenuti dalla Compagnia per esempio in ambito sanitario.