7 giu 2013

Un Ministro più attento alla cultura dei piccoli




Caro Ministro Bray,

pochi giorni fa si è appresa la Sua decisione di consentire l'accesso gratuito ai luoghi della cultura anche ai minori extracomunitari. Si tratta di un passo importante che, su questo fronte, riallinea l'Italia agli standard dei  paesi civili.
Negli ultimi anni abbiamo tanto sentito parlare del ruolo della cultura per lo sviluppo economico e sociale del Paese e i tagli ai finanziamenti pubblici, i crolli nei siti archeologici, il successo di libri come “Vandali” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, la “discesa in campo”, lo scorso anno, del primo quotidiano economico nazionale, il Sole 24 Ore, con un Manifesto per la cultura, hanno richiamato una grande attenzione sul tema.
Eppure non si parla mai di come avvicinare e formare nuovi pubblici per la cultura, di come formare i futuri mecenati e nutrire i creativi di domani.
Avvicinare i bambini alla cultura fa parte degli obiettivi strategici delle politiche culturali di molti paesi, europei e non, come la Danimarca, il Regno Unito, la Svezia, solo per citarne alcuni.
In Australia il rapporto “ Review of Theatre for Young People in Australia” ha osservato come l’esposizione precoce a esperienze artistiche positive trovi una correlazione con l’interesse e l’impegno culturale dei cittadini e la Svezia ha recentemente inserito, tra gli obiettivi della sua politica culturale nazionale, quello della partecipazione attiva dei bambini alla vita culturale, sancendo il diritto dei più piccoli a esercitare la propria creatività.
In Italia, sebbene molte importanti istituzioni pubbliche e private dedichino ormai specifici programmi ai bambini, anche ai più piccoli, questi sono davvero poco presenti nelle politiche culturali, in particolare quelli in età non scolare (e quindi non raggiungibili con i percorsi di avvicinamento all'arte e alla cultura presenti nelle scuole).
Forse è il caso di cominciare a rifletterci: i bambini sono un pubblico speciale per capacità di apprendimento e di restituire stimoli, per numeri e, non ultimo, perché viaggiano sempre accompagnati. 

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