Si tratta invece di una tematica di grande interesse, oltre che potenzialmente vastissima.
Il patrimonio culturale dei bambini, da quello intangibile fatto di fiabe e giochi, a quello tangibile dei luoghi, è infatti assai ricco, geograficamente differenziato e in continua evoluzione, vista l'instancabile produttività e mediazione culturale dei bambini.
Per questo è particolarmente interessante la lettura di "Children, Childhood and Cultural Heritage": perchè si ha l'impressione di esplorare una terra vergine, pur incredibilmente familiare.
Il volume, mettendo insieme discipline, luoghi e momenti storici differenti, indaga come nella vita quotidiana l'immaginario e la creatività dei bambini vengano collezionati, interpretati ed esposti nei musei e come tutto ciò contribuisca a determinare la rappresentazione pubblica dell'infanzia stessa.
Non solo, racconta anche dei bambini come collezionisti, del loro ruolo nella selezione del patrimonio da conservare per le future generazioni e, ancora, delle loro abitudini come fruitori di cultura.
Buona lettura.
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