10 nov 2013

Il mondo a colori di Plain Ink


Nel nostro mondo iperconnesso ci sono ancora paesi dove i tassi di alfabetizzazione non arrivano al 30%, e dove, quindi, meno di una persona su 3 sa leggere e scrivere. Non solo. Ci sono anche tanti, troppi, altri paesi in cui il tasso di alfabetizzazione è tra il 60-70%. Si tratta sempre di paesi poveri (e di alcuni in via di sviluppo), in guerra o appena usciti dalla guerra, dove gli interventi di alfabetizzazione non sono sempre semplici, per motivi sia economici sia logistici.
Sembra dunque un'idea bizzarra quella di usare in questi contesti i fumetti, i cantastorie e gli illustratori. Invece, a vedere la storia di Plain Ink, organizzazione no-profit per la promozione dell’alfabetizzazione e dello sviluppo locale in India e Afghanistan, l'idea tanto bizzarra non è e, invece, si è rivelata geniale diventando una case history e finendo sui giornali e all'attenzione delle Nazioni Unite.
L'intuizione è venuta nel 2010 a Selene Biffi, giovane imprenditrice sociale e già creatrice di realtà dinamiche e innovative come Youth Action for Change, prima organizzazione a livello globale a offrire corsi gratuiti online per giovani oggi operativa in 130 Paesi del mondo.
Plain Ink si occupa di creare e distribuire libri e fumetti gratuiti a bambini, scuole, biblioteche, comunità e organizzazioni, "di formare scrittori e illustratori per produrre contenuti istruttivi, di ispirazione e culturalmente appropriati per il contesto e i valori locali". E, in questo processo, cerca nel frattempo di sostenere l’economia creativa locale creando opportunità d’impiego. Alcuni dei libri di Plain Ink sono disponibili, sul sito, anche in italiano: è il caso di  "Luna" di Marco Testa bella storia di integrazione e di dialogo tra culture.

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