Per molti genitori italiani, cominciare con i propri figli il percorso della scuola elementare comporta un déjà vu pieno di nostalgia: la lavagna nera girevole sui supporti di ferro verde incorniciata di legno, i gessetti, l'alfabetiere appeso al muro, i primi quaderni pieni di lettere (più o meno riuscite) in corsivo maiuscolo, corsivo minuscolo, stampatello maiuscolo e stampatello minuscolo.
Se tornare alle sensazioni familiari di un'infanzia ormai lontana di qualche decennio fa piacere e rassicura - infondo, le cose non sono poi cambiate così tanto e, allora, ci sentiamo più tranquilli di poterle gestire - spiazza un poco leggere che la Finlandia ha deciso, dal 2016, di abolire l'insegnamento della scrittura in corsivo alla scuola primaria in favore dei tablet.
Nonostante si tratti di uno dei Paesi ai vertici della classifica PISA, questa decisione ha accesso un grande dibattito internazionale sui pro e contro.
In Italia, ampio rilievo alla questione l'ha data in particolare La Repubblica che ha dato spazio alla voce di molti esperti tra cui il maestro Franco Lorenzoni (secondo il quale "il corsivo sviluppa uno straordinario legame tra il pensiero e la mano") e il professor Benedetto Vertecchi che ha coinvolto 400 bambini delle scuole di Roma in un progetto di ri-alfabetizzazione proprio attraverso la grafia.
La questione è senz'altro complicata e si basa su delicati equilibri e compensazioni tra discipline e attività diverse in diversi sistemi scolastici. Difficile avere certezza di quale sia il percorso più corretto da seguire e capire se tablet e penna siano davvero strumenti alternativi e non, piuttosto, complementari. L'introduzione della tecnologia nelle aule, anche dei più piccoli, sembra però inevitabile e va condotta con grande attenzione e competenza.
1 commento:
Credo che prima di aprire qualunque dibattito sia opportuno capire che cosa effettivamente stia facendo la Finlandia. Questo è un articolo interessante: http://blog.pianetamamma.it/yummymummy/2015/01/scrivere-tablet-scuola.html
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